Mamma a Natale faceva il tacchino.
Un'imitazione di merda.
Mario Zucca
Per me è una grande gioia scegliere regali (o confezionarli con le mie mani) per le persone a cui sono legata affettivamente, ma a Natale no, non mi piace granché.
Che esperienza sfibrante, tutto mi sembra quasi una forzatura, un dovere più che un piacere.
Purtroppo le vetrine sono già natalizie con un mese d'anticipo, per chi propone beni di consumo il Natale è solo lavoro.
Ogni anno ti ritrovi obbligato a girare per i negozi congestionati dagli sguardi di altri tizi con l'espressione tirata, l'occhio iniettato di sangue, pronti a scipparti dalle mani l'oggetto che tu stai ancora valutando se possa andare bene per la zia Pina...
Natale, la festa dei buoni sentimenti, spesso si trasforma in un percorso ad ostacoli, il tuo lato oscuro prende il sopravvento, sei pronto a tutto pur di depennare ogni singolo nome sulla lista dei regali...
Devi avere lo spremiagrumi viola anche a costo di fare lo sgambetto alla nonnina col girello che si sta pericolosamente avvicinando alla mensola su cui è esposto l'ultimo esemplare.
La Festa viene poi offuscata da luoghi comuni, appesantita da sentimentalismo a buon mercato, affermazioni assurde tipo
dobbiamo essere più buoni (perché la bontà si comanda? Da Capodanno possiamo rilassarci tutti ed essere meno buoni?)
Poi si mangia, si continua a mangiare, ingurgiti anche quei cibi di cui non hai nessuna voglia: per almeno tre giorni consecutivi butti giù tanta di quella roba che la tua famiglia avrebbe faticato a consumare in un mese.
Che dire, poi, del vedere tutti i tuoi parenti contemporaneamente e per un tempo prolungato?
Per fortuna poi arriva la Vigilia, i pacchetti sono finalmente sotto l'albero, i parenti sono meno inquietanti di come li ricordi tu, il cibo dei nonni ti fa ritornare bambina, lo Spirito del Natale s'impossessa di nuovo di te ed ecco il miracolo...
Per me è questo il bello del Natale, recuperare lo stato d'animo di quando ero piccola; essere felice per le cose semplici senza voler sapere il perché.
Con stupore sempre nuovo accolgo questo sentimento difficile da descrivere, un misto di pace, di malinconia, di speranza, di amore incondizionato per il genere umano.
Ritorno indietro nel tempo, mi depuro dalle mie preoccupazioni, urlo e mi entusiasmo più dei bambini quando, dopo pranzo, scartiamo (per ore) tutti i pacchetti depositati sotto l'albero.
Ogni anno mi prendono in giro per questa mia euforia infantile...
Godo della presenza di chi ancora mi è vicino, sono felice di condividere la mia gioia con i nuovi arrivati e mi riscalda il ricordo di tutti quelli che hanno allietato ogni Natale del mio passato...
Questo è il regalo di Natale che preferisco, recuperare la consapevolezza di amare tutti (anche chi non è più qui) con i loro difetti ed essere amata nonostante i miei.
Ma, come tutte le magie, ricordiamoci che anche quella del Natale è tale perché ha una durata limitata nel tempo ... lo sanno anche i bambini: dopo mezzanotte i cavalli ritornano topi e la carrozza ridiventa zucca...