lunedì 7 maggio 2012

macchie solari

La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé. 
Oscar Wilde, L'importanza di chiamarsi Ernesto, 1895 

immagine da internet 


E quella volta che mi trascinasti sul tetto della scuola? 
Nessuno si accorse che ritardammo dieci minuti alla lezione di ginnastica. 

Veloci sui gradini, io, che non trasgredivo mai, avevo il cuore in gola, e poi il sole abbacinante dietro la porta e tu mi indicasti con gli occhi fieri il telescopio, il tuo telescopio che avevi portato da casa per poter osservare assieme le macchie solari. 
Ne parlavano ovunque quell'anno, forse il 1987 o il 1988, sulle riviste specializzate e al telegiornale.
Noi ne eravamo affascinati. Io non avrei mai potuto vederle, non avevo un telescopio, e tu mi regalasti quella giornata indimenticabile.

Di quel giorno vivido è il ricordo del crogiolarci nell'ingenua illusione che la nostra amicizia avrebbe retto ai colpi bassi della vita. Il tempo ci ha dato torto, amico mio, irrimediabilmente ormai.
Ovunque tu adesso sia io vedo sempre il tuo sguardo fiero e intelligente, la tua cortesia d'altri tempi, vedo sempre il mio amico generoso che agli altri, se poteva, regalava anche la luna ...  

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