Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto.
Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore, 1979
Rebeccah Dean |
Quando non trovo il tempo per scrivere nella mente mi si affastella una varietà d'immagini difficile da gestire perfino per chi possiede un'indole visionaria come la mia.
E allora disegno e disegno dove posso, incurante degli sguardi altrui, ma non basta.
Parlo e infilo una tale quantità di parole che mio marito inizia a pronunciare un avverbio di tanto in tanto, in modo da darmi l'illusione d'ascoltare.
Io lo so, ma continuo a parlare ...
La mia attività onirica poi, già intensa, diventa spropositata e al mattino, quando riapro gli occhi, sembro appena rincasata da un rave.
In questo momento sono anche immersa nella lettura di Haruki Murakami per cui il mio quotidiano allucinato e il suo immaginario bizzarro si salutano affettuosamente, da bravi coinquilini, mentre io preparo la colazione ...
Da piccole io e mia sorella Ida, alla fine dell'estate, nascondevamo i nostri "Fiammiferini", minuscole bambole degli anni 70/80, dentro i tronchi cavi o tra le radici contorte degli ulivi attorno alla vecchia casa di campagna dove abbiamo trascorso piacevoli e spensierati giorni, tanto tempo fa.
Era felicità pura, l'estate dell'anno dopo, ritrovare i Fiammiferini in nascondigli che avevamo completamente dimenticato ...
Penso che per me scrivere sia questo, cercarmi in luoghi dimenticati o sconosciuti ed essere felice di ritrovarmi: felicità pura!
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