Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 1935/50 (postumo 1952)
Fuori piove, dentro è freddo, io, nella penombra, scrivo questo post ...
Non mi dispiace la pioggia, il suo cantilenare guida i miei pensieri ... solo il martello pneumatico giù in strada sembra quasi un lamento, un singhiozzo ostentato.
Da piccola mi piaceva osservare da dietro i vetri le gocce che si aprivano sui fili d'erba, il verde diventava smeraldo e poi l'odore di terra bagnata, gli animali ammutoliti nei loro ripari, il tempo sospeso ...
Pomeriggi sbiaditi mi ritornano alla mente e mia nonna Rosa nasconde di nuovo le uova sotto la cenere del braciere.
Distendiamo ancora una volta le dita fredde verso il tepore della brace accesa, rimaniamo in attesa, immerse nel rumore della pioggia non diciamo una parola.
All'improvviso mia nonna recupera l'uovo dalla cenere, delicatamente lo libera dal guscio e, sorridendo, me lo porge come fosse un frutto esotico ...
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