Nascere è ricevere un intero universo in dono.
Jostein Gaarder, In uno specchio, in un enigma, 1993
Philipp Igumnov |
Come vi avevo anticipato in un mio precedente post, abbiamo una splendida novità.
A casa di mia sorella Fabrizia, la più piccola di noi tre, è arrivato, in anticipo di un mese, un bimbetto tondo tondo, il primo nipote tutto mio (gli altri quattro me li ha "prestati" mio marito...).
Gli ho dato il benvenuto da dietro un vetro mentre la sua mamma per giorni lo ha abbracciato ogni tre ore, stanca e felice in quell'ospedale a 100 km da casa, perché quelli più vicini non potevano accoglierli.
Ma Filo (noi lo chiamiamo così) sarà anche il mio figlioccio e io la sua madrina!
Quando guardo Filo penso che questo sarà finalmente un bel Natale pieno di speranza per il futuro, penso che la sua nascita mi ha fatto temporaneamente riconciliare con l'odore ostile dell'ospedale.
Penso che potrò tenere di nuovo fra le braccia un bimbo piccolo, raccontargli storie, sfogliare assieme libri illustrati, riempirlo di matite colorate e pasta modellabile.
Penso che è come se mio figlio avesse un fratellino, penso allo stupore che vedrò nei suoi occhi mentre giorno per giorno scoprirà la vita.
Caro Filo, se io potessi confezionarti dei doni, proprio come le fate madrine delle fiabe, queste sarebbero le parole del mio incantesimo:
che tu possa crescere sano, sereno, curioso e giusto
che tu riesca sempre a imparare dai tuoi errori
che tu possa non sottovalutare mai la bellezza del cielo adagiato sulla terrazza dei nonni.
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