Senza immaginazione non c'è salvezza.
Giulio Carlo Argan, Storia dell'arte italiana, 1968
Mar Arza, Asylum |
A volte immagino che ogni giorno della mia vita sia affidato all'estro di uno scrittore diverso il quale viene scritturato per la sceneggiatura dell'episodio quotidiano del telefilm di cui io sono, appunto, la protagonista.
Il target a cui si rivolge il prodotto cinematografico è volubile e in cerca di colpi di scena, annoiato dalle serie in cui tutti i componenti di un gruppo si imparentano a vario titolo fra di loro (tipo Beautiful per intenderci).
Le mie storie si potrebbero in modo più proprio definire come un inquietante ibrido tra Desperate Housewives e la Famiglia Addams: i vicini, i parenti...
La sceneggiatura di oggi molto probabilmente è stata frutto di una pirotecnica collaborazione fra Kafka e Poe.
Spero che il pubblico che segue le puntate delle mie (dis)avventure abbia apprezzato l'originalità e la maestria di cui hanno saputo dar prova questi due grandi autori.
Dalla mattina alle 9.30 circa fino alle 16,00 ho avuto a che fare con le fognature del palazzo; ho abbandonato la mia postazione solo 10 minuti per far colazione e 10 per una specie di pranzo in piedi.
Ovviamente il caso ha voluto che io fossi utile e quindi ho collaborato "attivamente" (e non aggiungo altro per rispetto nei vostri confronti...) alla riuscita dell'intera impresa e poi ho aspettato trepidante l'arrivo dell'autospurgo ...
La cosa più interessante dell'inebriante vicenda è che la fognatura incriminata non è neanche la mia!
Sarebbe proprio il caso di commentare: ma che bella giornata di "m...a".
Ora ho intenzione di fare un lungo bagno nell'amuchina, bruciare i miei vestiti in un bel falò e sperare che il regista abbia pietà di me e commissioni la puntata di domani alla penna di Ariosto o Montale o magari Pennac & Benni, qualcosa di più fiabesco e poetico mi ci vorrebbe proprio...
Ma lo so, è una speranza vana, domani probabilmente toccherà alla disillusa ironia di Mark Twain ...
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