Un triste giorno, non si sa quale ne fosse la causa, improvvisamente quel regno cominciò a decadere.
I reali non badarono a spese: furono convocati a corte i vecchi saggi, i Magi, persino le fattucchiere ... ma nessuno riusciva a comprendere la causa della crisi.
Eppure le risorse le abbiamo, le intelligenze pure, la buona volontà non è mai mancata ... di sicuro è un sortilegio!
E se ne lavarono le mani.
Effettivamente non c'era alcun motivo apparente che giustificasse la progressiva miseria dei sudditi, eppure si chiedeva loro di pazientare per il bene comune.
Loro, i sudditi, poverini, non potevano sospettare che la famiglia del re coltivasse il vizio del gioco e mai e poi mai avrebbero immaginato che condividesse tale vizio con le famiglie reali dei regni limitrofi.
Così, mentre a corte si collezionavano privilegi, al popolo si lesinavano le monete d'oro destinate al bene superfluo dell'istruzione: è prioritario sanare i debiti se volete mangiare!
In seguito tutti i maestri furono messi alla gogna, in modo tale che, in futuro, nessun suddito cedesse alla tentazione di ascoltarne le formule magiche e mettersi a pensare.
Forse a causa dei forti debiti di gioco o forse per qualche altro misterioso sortilegio, negli anni, sul trono e a corte, si avvicendarono avventurieri, giullari, cortigiane, belle addormentate, forse persino elfi, finché il disgraziato regno, che fin dalla notte dei tempi aveva mantenuto alta la sua fama di terra di ingegni e di buon gusto, si ritrovò etichettato come ridicolo e volgare: lo zimbello del circondario.
Un bel giorno, finalmente, la Fata del Lavoro arrivò in soccorso degli sfortunati sudditi e ne illuminò le fragili menti svelando loro il segreto della felicità: abbassare (ma ancora di più è possibile?) al minimo le aspettative in modo da tollerare e cronicizzare la loro sacrosanta frustrazione.
Insomma suggerì loro di essere meno "principesse sul pisello", anche se lei ricorse alla parola magica "choosy" !
larga la foglia stretta la via voi dite la vostra , io ho detto la mia
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