Mi sento molto ottimista sul futuro del pessimismo.
Jean Rostand, Pensieri di un biologo, 1954
Fornasetti |
Di solito in città mi muovo a piedi, ma ieri la pioggia era insistente e allora ho preferito aspettare un autobus.
Durante l'attesa alla fermata ho notato che la gente intorno a me si agitava molto, temendo che la corsa non venisse garantita. Eravamo prossimi al capolinea da cui partono e in cui arrivano quasi tutti i mezzi della città, è vero, ma aspettare l'autobus per circa venti minuti, in quella particolare fascia oraria, è sempre stata una tradizione.
Le strade soffocano di gente che le percorrono con i mezzi privati, rallentando sensibilmente il traffico e, parallelamente, il trasporto pubblico appare insufficiente a coprire le necessità dei cittadini ( ma tutti conosciamo la situazione in cui l'alibi della "crisi" ha costretto i lavoratori: nella migliore delle ipotesi non si assume nuovo personale, gravando su quello già in forza, nella peggiore ...)
Ad un certo punto non ho resistito e ho chiesto ad una signora quale fosse l'origine di tale agitazione ( tra l'altro immotivata poiché l'autobus, allo scadere dei 30 minuti, si è presentato "puntuale" ) e lei, rivolgendomi gli occhi scandalizzati, mi ha illuminata in un dialetto molto colorito.
A quel punto mi sono sorpresa a riflettere sul grande vantaggio di vivere in un contesto in cui ci si confronta quotidianamente con ogni tipo d'inefficienza: quando scatta uno sciopero generale, con conseguente rallentamento o interruzione di un servizio, se non lo sai ... non te ne accorgi!
Evviva!
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