Est quaedam flere voluptas.
V'è un piacere nel piangere.
Ovidio
Rossana Taormina "Sirena", 2009 |
Come resistere al fascino della Sirena?
Forse è possibile rimanere sordi al suo richiamo che promette altezze sublimi e abissi oscuri, piacere e perdizione?
É la Sirena l'ibrido che tiene in pugno l'immaginario maschile; l'uomo sa che il canto di questa creatura è foriero di temibili insidie ma, irrimediabilmente e consapevolmente, rimane vittima della sua misteriosa seduzione.
Fin da piccola la Sirena è consapevole del potere che esercita sugli altri, adulti e bambini, riesce a manipolare la volontà altrui semplicemente scostando una ciocca di lucenti capelli dal volto. Occhi profondi, sguardo liquido, ottiene sempre ciò che desidera con il minimo impegno.
La Sirena cresce e miete vittime: principi, marinai, intellettuali...
Pochi sfuggono alla malia, prigionieri dell'indecifrabile canto sovrannaturale.
E, alla fine, poco importa se dietro alla pelle di porcellana, alle forme morbide e accoglienti, alle parole melliflue, si nasconda un essere mostruoso, pronto a trascinarti giù nelle profondità senza ritorno.
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