L'istante occupa uno stretto spazio fra la speranza e il rimpianto, ed è lo spazio della vita.
Marcel Jouhandeau, Algebra dei valori morali, 1935
Contro la mia volontà mi trovo a confrontarmi con il Tempo, è successo ancora pochi giorni addietro.
Quasi sempre l'occasione è dolorosa e io piango tutte le mie lacrime per quella particolare interruzione del Tempo e per quelle che l'hanno preceduta, talvolta piango perfino per le interruzioni che potrebbero seguirla...
Quando l'astrazione di questa parola si concretizza in un evento tutto cambia: davanti ai tuoi occhi si apre un futuro carico di promesse o un passato il cui ricordo ti accarezza e offre riparo.
Ma qual è l'unità di misura in cui intrappolare un concetto così aereo e sfuggente?
Non so darmi una risposta perché questa cambia assieme alla prospettiva da cui si considera la questione.
Forse il Tempo si misura in millenni o in secondi, forse si misura con le cose che sei riuscito a concludere o forse con le occasioni perse.
Nel mio personale immaginario visivo l'unità di misura del tempo è un palloncino o una bolla di sapone e con i palloncini e le bolle di sapone abbiamo salutato chi ha finito il suo Tempo e adesso vive in quello dei suoi cari.
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