La cosa che sente più stupidaggini al mondo è probabilmente un quadro di museo.
Edmond e Jules de Goncourt, Diario, 1851-96 (postumo, 1956)
Rossana Taormina, Senza titolo, 2009 |
É mia abitudine trascorrere quanto più tempo possibile all'interno di musei e gallerie; il mio amore per l'arte è trasversale alle epoche e alle tecniche, la mia curiosità onnivora. Certo ho una forte propensione per l'arte del '900, ma non potrei mai rinunciare a tutto ciò che, precedendola, l'ha determinata.
Ho notato che proprio alle mostre di arte contemporanea il "critico" che abita tutti noi viene più facilmente allo scoperto!
In queste mie, spesso solitarie, peregrinazioni per le sale dei musei, mi capita, talvolta, di ascoltare i commenti altrui e, quando non m'infastidisco per essere stata distolta dagli arabeschi della mia mente, rido.
L'ilarità a volte sfugge alla mia censura, tanto da attirare gli sguardi indignati di chi mi sta intorno. Ma è più forte di me: come resistere all'occhiata di disprezzo che la Matrona dedica all'orinatoio di Duchamp e non ridere quando sopra la sua testa si disegna chiaramente il seguente fumetto “se questa è arte...Se vedessero allora il water di design del mio nuovo bagno!”?
Come trattenersi quando il Papà spiega seriamente al bambino che Mirò è diventato un artista pur non avendo mai imparato a disegnare, lodando il figlio perché i pupazzetti che il bimbo tira fuori dai pastelli hanno già tutte e cinque le dita?
Sono forse da sottovalutare Quelli che di fronte al “Concetto spaziale” di Lucio Fontana discutono tra di loro che a fare tagli ad una tela siamo tutti bravi?
E poi un classico: non scorderò mai l'esibizione dell'Avvocato il quale tenta di sedurre intellettualmente la Signora con le perle, avvalendosi di osservazioni sull'arte concettuale ritagliate da manuali e appiccicate a caso in un improbabile ma pomposo discorso.
Improvvisamente l'Avvocato interrompe la declamazione perché la sua attenzione viene attratta da un'opera in particolare. Un po' contrariato dal fatto che non ci fosse il cartoncino ad indicare autore e titolo dell'opera si avventura in fantasiose attribuzioni “mi sembra di cogliere lo stile di Robert Morris, oppure potrebbe coerentemente trattarsi di Steinbach..” .
Finalmente lo sguardo, stanco, della Signora con le perle individua un impiegato del museo, che viene subito chiamato dai due per dileguare il mistero dell'installazione anonima.
Serafico l'Impiegato comunica loro che l'assenza della descrizione è determinata dal fatto che stanno osservando il sistema antincendio!
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