mercoledì 21 giugno 2017

Anna Di Prospero
http://www.annadiprospero.com

Sogno

In un lampo il ricordo di un’estate
i limoni gonfi nella gonna
una vecchia al mio passaggio risponde alla domanda
“Ndi cogghiumu u friscu” – cogliamo il fresco
allora bastava un lenzuolo d’ombra
per rimettere il mondo in ordine

Gaia Formenti

venerdì 16 giugno 2017

Approfondimenti #2 - Amo le mappe perché dicono bugie


info

A pochi giorni dalla conclusione della mostra personale di Rossana Taormina, Amo le mappe perché dicono bugie, a cura di Marina Giordano, si svolgerà in galleria una conversazione tenuta dai professori Michele Cometa e Giulia De Spuches. Interverranno anche la curatrice e l’artista.


La mostra sollecita una riflessione sui rapporti tra arte e geografia e sulle diverse possibilità di interpretare e rappresentare il mondo. La geografia, infatti, non è solo rappresentazione cartografica ma è anche e soprattutto forma di conoscenza del mondo. A sua volta l’arte, nella fase storica della globalizzazione si fa interprete della sua drammaticità e strumento di denuncia delle ansie e delle paure, ma anche delle speranze, che ne derivano.



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Michele Cometa ha studiato germanistica e filosofia nelle università di Palermo e Colonia. Ha insegnato nelle Univeristò di Dusseldorf, Catania, Cosenza e Cagliari.
Attualmente insegna Storia comparata delle culture e Cultura visuale comparate all’Università di Palermo. Gli ultimi suoi testi pubblicati: Perché le storie ci aiutano a vivere, (Raffaello Cortina Editore, 2017), esito del fellowship alla Columbia University (New York), e Il Trionfo della morte di Palermo. Un'allegoria della modernità - Quodlibet, 2017.

Giulia De Spuches
Insegna Geografia culturale nel corso di Studi Storici e Geografici presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo.
La sua attività di ricerca riguarda soprattutto: il fenomeno urbano, con particolare riferimento al tema delle periferie; il tema della frontiera nella relazione fra rappresentazione, pensiero geografico e realtà; il tema della diaspora con un'attenzione particolare allo spazio Mediterraneo.Ha recentemente pubblicato: Maredolce: L’invisibilità di un paesaggio imperiale. Geografie e memorie di un territorio Fondazione Benetton, 2015.

giovedì 15 giugno 2017




Ricordo sempre con dolcezza i fuochi d'artificio che le sere di giugno illuminavano il cielo sopra la mia casa in collina. Si festeggiava il santo patrono.

Ci sedevamo, i miei genitori io e le mie sorelle, sui gradini della veranda sul retro. Stavamo al buio, in silenzio, la campagna si distendeva davanti a noi. 
La Via Lattea galleggiava quieta sulle nostre teste.

All'improvviso esplodevano i colori e i nostri visi si accendevano di stupore. 
Stavamo lì, vicini, partecipi di una felicità semplice.

A quel tempo pensavo che niente sarebbe mai cambiato …

venerdì 2 giugno 2017

Le mappe di "Nuvole" come puzzle da ricucire - Paola Nicita, la Repubblica - 28 maggio 2017 (Galleria Nuvole/Rossana Taormina - amo le mappe perché dicono bugie prosegue fino al 30 giugno)




la mostra prosegue fino al 30 giugno!

  Mettiamo subito le cose in chiaro: quello che vedete non è esattamente come può sembrare, perché come recita il titolo dell'esposizione - tratto da un verso di Wislawa Szymborska - "Amo le mappe perché dicono bugie". Parliamo della mostra di Rossana Taormina a cura di Marina Giordano, allestita alla Galleria le Nuvole fino al 30 giugno. 
  I frammenti di mappe di geografie che gli anni più recenti e le storie più attuali hanno modificato, sono ritagliati come frammenti di puzzle da ricucire insieme, con un filo di cotone a vista che trattiene su una nuova superficie frammenti di terre vicine e lontane.
  Un gesto antico, quello del cucire, e dichiaratamente femminile, quasi una sottolineatura della forza generatrice, e rigeneratrice, di una modalità equidistante tra arcaicismo e contemporaneità. Le pagine di un vecchio portulano raccontano sì coste e approdi ma vengono improvvisamente solcate e affollate da centinaia di piccoli uccelli blu, che tra acquerello e penna bic definiscono cieli trasversali che ribaltano la visione.
  Altre geografie sono pareti mura antiche e marciapiedi rilevati con grandi fogli di carta ed emersi attraverso tracce di carboncino: evanescenti e fluttuanti come la terra che abitiamo, per visioni impalpabili.


Paola Nicita, la Repubblica  - 28 maggio 2017