mercoledì 22 febbraio 2012

neri, gialli, a pois ..

Nel mondo non c'è che due razze, diceva mia nonna, quella di chi ha e quella di chi non ha.
Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia, 1605/15

domenica 19 febbraio 2012

foto ricordo

il mio Carnevale 1976
Fra tutti i costumi che ho indossato, questo rimane il mio preferito (ma non vi ricordo i bambini ritratti nella foto d'epoca del mio precedente post?).
Ricordo ancora quando l'ho scelto, incantata dalla banda blu nel gonnellino e dalle applicazioni circolari blu luccicante ... e poi il nome del vestitino era Pierrette e io decisi che non poteva che essere mio poiché era una versione femminile del nome del mio papà!

festa in maschera

 I bambini sono divertenti proprio perché si possono divertire con poco.
Hugo Von Hofmannsthal, Il libro degli amici, 1922
foto da internet

Sono rientrata da qualche ora da una festa in maschera a cui è stato invitato mio figlio.
I bambini hanno giocato, ballato, festeggiato, improvvisato guerre di coriandoli ... insomma si sono divertiti.
Io sono rimasta, assieme agli altri genitori, nella saletta antistante il salone della festa; la struttura di porte a vetri tra i due ambienti attutiva i decibel dell'incontenibile gioia dei bambini, permettendoci di conversare e, allo stesso tempo, vigilare sul tranquillo svolgimento dei festeggiamenti.

Che nostalgia! In piedi dietro quella vetrata guardavo i loro giochi infantili spensierati, partecipavo del loro stato di grazia pur sentendomi ormai esclusa da una felicità che ho conosciuto e che irrimediabilmente non sarà più mia.
Vi ricordate l'attesa del Carnevale? Il costume da inventare, le telefonate agli amici con cui trascorrere pomeriggi indimenticabili, la musica, gli scherzi e soprattutto l'entusiasmo che solo a quell'età raggiunge un'intensità così potente.
Guardavo quei visini sorridenti, le guance arrossate, i movimenti un po' impacciati da abiti inusuali, gli occhi   lucidi di risate ... e mentre li osservavo il cuore mi si è ammorbidito, il virus della felicità mi ha contagiata, ho attraversato il diaframma di vetro e mi sono mescolata a loro e per un attimo ho deposto la mia pesante maschera da adulta ...

martedì 14 febbraio 2012

come spiegarlo altrimenti?

“Amare e’ soffrire. Se non si vuol soffrire non si deve amare. Però allora si soffre di non amare, pertanto amare è soffrire, non amare è soffrire e soffrire è soffrire. Essere felici è amare, allora essere felici è soffrire, ma soffrire ci rende infelici, pertanto per essere infelici si deve amare o amare e soffrire o soffrire per troppa felicità. Io spero che tu stia prendendo appunti…” 

da "Amore e guerra" di Woody Allen 



Rossana Taormina, Adamo ed Eva, 2011. 

Buon San Valentino ...

sabato 11 febbraio 2012

giovedì 9 febbraio 2012

oggi sciopero

La disoccupazione è una cosa per il disoccupato e un'altra per l'occupato. Per il disoccupato è come una malattia da cui deve guarire al più presto, se no muore; per l'occupato è una malattia che gira e lui deve stare attento a non prenderla se non vuole ammalarsi anche lui.
Alberto Moravia, Nuovi racconti romani, 1959 

Alberto Sordi dal film "I vitelloni" :  Lavoratori ...

Oggi sono stanca.
Stanca di aspettare tempi migliori, di contrastare gli infiniti imprevisti, stanca dell'evasione fiscale e di pubblicità sull'evasione fiscale ... (ma "evasione fiscale" non fa un po' rima con "patrimoniale" ?)
Stanca di dovere essere sempre io a capire che ognuno ha il proprio carattere e mettere da parte il mio.

Stanca di sentire raccontare di mortificazioni sul posto di lavoro, di stipendi ridicoli, di contratti fatiscenti e sapere che il sacrosanto pianto funebre si concluderà con la frase rituale secondo la quale, dati i tempi, se si è così fortunati  da avere un lavoro (ma non era un diritto?) bisogna comunque tenerselo stretto ...

E se fino ad un decennio addietro questa frase, pronunciata prevalentemente dai pensionati, suscitava le ire di chi subiva una situazione lavorativa iniqua, adesso sono le stesse vittime a ripetersela ogni giorno per dare un senso all'ingiustizia che nega la loro stessa identità di persone. Senza sicurezza economica non si può entrare in possesso della propria vita: non si possono fare progetti né si può costruire una famiglia, i figli  poi, diventano un miraggio, un lusso per "ricchi" ...

Sono stanca di sondaggi che verniciano tale tragedia con lo smalto della farsa: si sa gli Italiani sono legati alla mamma e non vorrebbero mai lasciar casa ... ma non è già abbastanza umiliante dover vivere a spese dei genitori perché non basta la buona volontà per poter trovare un'occupazione qualsiasi? Non è sufficientemente avvilente quando hai una laurea o addirittura un dottorato e non solo non riesci a trovare il lavoro previsto dal tuo titolo di studio ma non ti assumono nemmeno a tempo determinato in un call center (per fare un esempio)  perché sei troppo qualificato ...? 

Le generazioni precedenti alla mia, che giovane non sono, le quali hanno vissuto oltre trent'anni di età dell'oro e che ci hanno apparecchiato la situazione attuale anche grazie alle opinabili scelte politiche, dovrebbero riflettere bene prima di accusare i giovani (ma si è giovani anche dopo i trenta?) di "pretendere" un lavoro che, oltre ad essere adeguatamente renumerato e garantito, tenga conto delle inclinazioni e capacità personali perché quest'aspirazione è ASSOLUTAMENTE LEGITTIMA!
Nessuno vuole il "posto fisso", inteso come stipendio sicuro a prescindere da impegno e rendimento, di cui molti sono stati omaggiati ai loro tempi, ma la sicurezza di trovare un'occupazione si, è dovuto! Reclamare la libertà di cambiare lavoro con uno più soddisfacente o, se licenziati, di trovare un'altra opportunità non è essere pigri e viziati, ma consapevoli delle proprie capacità e dei propri diritti, è avere desiderio di realizzarsi attraverso il proprio lavoro.

Ma qualcuno non ci aveva una volta insegnato che il lavoro nobilita l'uomo?

Viviamo in tempi in cui ci hanno derubato di tutto, in cambio di una luccicante precarietà esistenziale abbiamo barattato il nostro diritto a vivere una situazione soddisfacente e stabile.

Ci hanno derubato di tutto, perfino dei nostri sogni, e dobbiamo anche dire grazie ... 


venerdì 3 febbraio 2012

"m...a" che bella giornata!

Senza immaginazione non c'è salvezza.
Giulio Carlo Argan, Storia dell'arte italiana, 1968

Mar Arza, Asylum
A volte immagino che ogni giorno della mia vita sia affidato all'estro di uno scrittore diverso il quale viene scritturato per la sceneggiatura dell'episodio quotidiano del telefilm di cui io sono, appunto, la protagonista.
Il target a cui si rivolge il prodotto cinematografico è volubile e in cerca di colpi di scena, annoiato dalle serie in cui tutti i componenti di un gruppo si imparentano a vario titolo fra di loro (tipo Beautiful per intenderci). 
Le mie storie si potrebbero in modo più proprio definire come un inquietante ibrido tra Desperate Housewives e la Famiglia Addams: i vicini, i parenti...

La sceneggiatura di oggi molto probabilmente è stata frutto di una pirotecnica collaborazione fra Kafka e Poe.
Spero che il pubblico che segue le puntate delle mie (dis)avventure abbia apprezzato l'originalità e la maestria di cui hanno saputo dar prova questi due grandi autori. 

Dalla mattina alle 9.30 circa fino alle 16,00 ho avuto a che fare con le fognature del palazzo; ho abbandonato la mia postazione solo 10 minuti per far colazione e 10 per una specie di pranzo in piedi.
Ovviamente il caso ha voluto che io fossi utile e quindi ho collaborato "attivamente" (e non aggiungo altro per rispetto nei vostri confronti...) alla riuscita dell'intera impresa e poi ho aspettato trepidante l'arrivo dell'autospurgo ...

La cosa più interessante dell'inebriante vicenda è che la fognatura incriminata non è neanche la mia!
Sarebbe proprio il caso di commentare: ma che bella giornata di  "m...a".
Ora ho intenzione di fare un lungo bagno nell'amuchina, bruciare i miei vestiti in un bel falò e sperare che il regista abbia pietà di me e commissioni la puntata di domani alla penna di Ariosto o Montale o magari Pennac  & Benni, qualcosa di più fiabesco e poetico mi ci vorrebbe proprio...
Ma lo so, è una speranza vana, domani probabilmente toccherà alla disillusa ironia di Mark Twain ...