sabato 28 aprile 2012

ci siamo...

Christo, Empaquetage, 1961
Courtesy of David Zwirner, NY


Tutto, o quasi, ormai è pronto. 
Domani i miei lavori, a cui ho dedicato molti giorni degli ultimi sei mesi, mi lasceranno.

Li osservo disposti sul divano, completamente bianchi, protetti da uno spesso strato di morbida carta.

A vederli così, occultati, quasi risultano misteriosi e sconosciuti a me che li ho creati e, anche questa volta, devo elaborare il distacco, devo tenere a bada la sottile tristezza che provo nel separarmene, lottare contro l'apprensione che si possano rovinare lungo il tragitto... 

Questa notte dormirò poco.

ipse dixit

immagine da internet

Oggi, mentre percorriamo il tragitto per raggiungere scuola, mio figlio mi rivolge improvvisamente la seguente domanda: "Come procede la tua crisi di mezza età? M' informo perché tra poco è il tuo compleanno..."

Io rido con le lacrime e spiego al premuroso figliolo che non attraverso nessuna crisi, che ognuno di noi vive il passare del tempo a modo suo e che, semmai, mi sono sentita molto frustrata e disorientata da adolescente. 
Lo rassicuro dicendogli che la maturità appare ai miei occhi come l'età in cui si raccoglie ciò che si è seminato e che, di conseguenza, io aspetto con impazienza il prossimo decennio.

Lui mi lascia parlare per un po' e poi sentenzia, scuotendo la testa: "Perfetto, da manuale, sei nella prima fase: la negazione."

mercoledì 25 aprile 2012

25 aprile

Una generazione che ignora la storia non ha passato... né futuro.
Robert Anson Heinlein, Lazarus Long l'Immortale, 1973

Rossana Taormina, Soldati, 2011 (filo sintetico su foto d’epoca, cm 8,5 x 6) 

“[…] è la colonna dei gesti perduti: ora un soldato tedesco svegliandosi a uno scossone del camion pensa: ti amo, Kate. Tra sei, sette ore morirà, lo uccideremo; anche se non avesse pensato: ti amo, Kate, sarebbe stato lo stesso, tutto quello che lui fa e pensa è perduto, cancellato dalla storia. 
Io invece cammino per un bosco di larici e ogni mio passo è storia; io penso: ti amo, Adriana, e questo è storia, ha grandi conseguenze, io agirò domani in battaglia come un uomo che ha pensato stanotte: «ti amo Adriana». 
Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano”


Il sentiero dei nidi di ragno, italo Calvino



lunedì 23 aprile 2012

un ragionevole dubbio...

Era il tipo di donna che si incontra solo una volta nella vita. Se sei sfigato, due.
Daniele Panebarco

Rossana Taormina, Dare alla luce (biografia #7), 2011
(filo sintetico su foto d’epoca, cm 11,3 x 8 )
Ogni tanto mi torna in mente un surreale episodio di alcuni anni addietro.

Io e mio marito stiamo facendo una passeggiata per le vie del centro con il nostro bimbo di tre mesi quando incontriamo una mia ex compagna di scuola. 

Non ci vediamo da dieci anni ma di certo nessuna delle due ha avvertito la mancanza dell'altra.

Scambiamo a fatica qualche parola sulle rispettive vite, considero tra me e me che poco è cambiato: lei è sempre bellissima e io sempre fuori dagli schemi, quando, improvvisamente, la mia affascinante ex compagna di scuola, mossa da una curiosità irrefrenabile, si piega sulla carrozzina per dare un'occhiata al bambino.

Silenzio.

Poco dopo si tira su quasi di scatto, facendo ondeggiare con consumata sapienza i fluenti capelli biondi (naturali) per poi rivolgerci, visibilmente preoccupata, gli occhi cerulei a forma di punto interrogativo.

Tensione e attesa.

Mio marito ed io, disorientati e imbarazzati dall'incomprensibile reazione, rimaniamo in silenzio finché la Bionda, riavutasi finalmente dalla sorpresa, ci pone con sincera apprensione il seguente, filosofico, quesito:

"Ma ... il bambino è bello ... come mai?"    

martedì 17 aprile 2012

soffia un vento nuovo

Nel cielo passarono alla rinfusa nuvole di forme strane, accartocciandosi. Ma nessuno, nella città, guardava in su, nessuno le vide. 
Dino Buzzati 

Isa Marcelli

A volte la bellezza ci passa accanto, sorride correndoci incontro, ma noi, avvolti nel grigio fumo della città sempre in costruzione, non la riconosciamo. Non ascoltiamo più l'armonia delle cose, la voce cristallina delle belle giornate, la triste melodia della pioggia, non apprezziamo più il coro delle ultime luci del tramonto né cediamo al sussurro vellutato della notte.

Mi sembra di essere la protagonista bidimensionale di un fumetto: tutto quello che mi è concesso è una serie di BOOM, CRASH, CLANG dai caratteri in maiuscolo e i colori sgargianti.

Eppure ho vissuto un tempo in cui il mio quotidiano risplendeva della bellezza di immagini semplici.

La nebbia annodata agli alberi la mattina presto, i disegni che il sole al tramonto, approfittando delle inferriate alla finestra, proiettava sul pavimento nella stanza di mia sorella, i soffici belati delle pecore che pascolavano poco lontano da casa ... 
Dove sono finiti i cieli stellati che m'illuminavano la strada? Chi ascolta ancora il richiamo sensuale del profumo delle notti d'estate quando, nel buio, si accendevano gli amori? 

Avverto la mancanza dei versi segreti e lenti della natura, ho nostalgia della sana noia della vita in campagna e delle infinite pagine di libri consumate nel silenzio dei suoi pomeriggi. 
Ho nostalgia del vento tiepido di giugno che mi porta l'odore del pane e dell'alito gelido di gennaio che mi brucia la gola.

Vorrei ancora respirare l'allegria spensierata della lontana "ora del tè" con le mie sorelle, mi mancano gli alberi che crescono e io assegno loro un nome, i cani e i gatti che fanno confusione in giardino, vorrei di nuovo una grande casa dove ospitare tutti gli amici e vorrei ci fosse anche il forno a legna al suo esterno; vorrei nuove distese di terra nella quale poter affondare i piedi scalzi ...

Probabilmente ho nostalgia di me com'ero prima, quando potevo vivere una vita nei cui ritmi e spazi mi riconoscevo di più, forse desidero di nuovo delicate e intense parole scritte in minuscolo.

Forse il mio spirito nomade ha ricominciato a soffiare ...

venerdì 13 aprile 2012

un memorabile venerdì 13 ...


Rossana Taormina, Città, 2010 (collage e acrilico su tela, cm 50 x 70), collezione privata 

Questa mattina, al risveglio, la mia testa gira vorticosamente.

Eppure, sono sicura, ormai ho smaltito la sbornia (da carboidrato) post-vacanze ...
Inforco gli occhiali e mi rendo conto che non è la mia testa a girare ma mi trovo nel bel mezzo di una forte scossa di terremoto!

Mentre raccatto alla rinfusa i vestiti da indossare ricevo la conferma che mio figlio e mio marito stanno bene.
Rasserenata prendo al volo la mia fedele borsa e mi precipito fuori, compro un ombrello (ovviamente la pioggia non poteva mancare) e mi dirigo al solito bar dove per qualche ora leggo e prendo appunti, in compagnia di cornetto e cappuccino.

Improvvisamente la mia concentrazione viene disturbata da un'immagine confusa e vagamente fastidiosa ma di cui non comprendo immediatamente la fisionomia, poi mi rendo conto: sto fissando il mio riflesso!

Un vero disastro! 
Che dire, è come se una lavatrice impazzita mi avesse appena rigettato, per non parlare della splendida pettinatura ...

Se mi vedesse mia nonna ... lei che, durante la guerra, quando le sirene di allarme antiaereo urlavano minacciose, prima di raggiungere il rifugio correva immancabilmente allo specchio per acconciarsi i capelli e mettere in ordine i vestiti perché nessuno potesse mai parlare di lei come di una persona sciatta e senza stile!

lunedì 2 aprile 2012

finalmente acqua per la pianta grassa!

Il pessimismo è non di rado ottimismo che ha perso la pazienza.
Roberto Gervaso, Il grillo parlante, 1983

Rossana Taormina, Pianta grassa, 2010

Ho appena ricevuto una bella notizia!

Per chi mi conosce: non temete, non sono diventata improvvisamente ottimista, lo sapete che mi risulta quasi impossibile, in fondo sono affezionata al mio temperamento ironicamente gotico, mi mette al riparo dalle delusioni ... 
Lo so, a volte sono un'istrice, io stessa spesso mi raffiguro come una pianta grassa che può resistere con poca acqua, che respinge a causa delle spine, che concentra la sua bellezza nella caparbietà di vivere anche in condizioni estreme.

Oggi, però, festeggio la speranza, perché non ricordavo più quanto fosse bello abbandonarsi ad essa. 
Oggi voglio solo godere di questa luce intensa che mi è stata regalata, ancora di più perché so che è una breve concessione, un' insperata fuga dal rigore a cui costringo il mio cuore per evitare che si procuri ulteriori tagli. 

Ma la felicità non è forse questa? Attimi brevi ma irripetibili a cui abbandonarsi senza troppe domande, una pausa dello scorrere del tempo in cui tutto è possibile.

Oggi è uno di quei preziosi giorni in cui vivi soltanto il presente e non puoi che dire grazie!