sabato 30 luglio 2011

foto ricordo

Ci si annoia talvolta a Roma il secondo mese di soggiorno, ma giammai il sesto, e, se si resta sino al dodicesimo, si è afferrati dall'idea di stabilirvisi.
StendhalPasseggiate romane, 1829 
Rossana Taormina, "Italia #2" (particolare), 2011


domenica 24 luglio 2011

cartoline

In Italia la linea più breve tra due punti è l'arabesco. Viviamo in una rete di arabeschi.
Ennio FlaianoLa solitudine del satiro, 1973

Rossana Taormina, "Italia #3" (particolare), 2011

giovedì 21 luglio 2011

buone vacanze

Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno.
Guy de MaupassantAl sole, 1884

Rossana Taormina, "Italia #1" (particolare), 2011

martedì 12 luglio 2011

miraggi

Le estati dell'infanzia sono sempre migliori delle estati dell'età adulta.
Elliot Perlman

Rossana Taormina, "Sogni ricorrenti #3", 2007

L'estate in città, almeno nella mia, è un incubo. 
La temperatura soffocante ti sfianca, l'umidità e il rumore ti riducono al silenzio.
Io amo la vita in città ma durante questi pochi mesi, ogni anno, il mio immaginario è tormentato dall'affiorare di ricordi lontani e la malinconia diventa più cattiva.

Indimenticabili estati di quando ero bambina!

Sono nata in collina, di giorno il caldo era tenuto a bada dagli alberi e a colazione mi aspettava la granita annunciata dalla musichetta dell'itinerante Ape a tre ruote del gelataio, caratteristico delle mie parti.
Le sere avevano una bellezza irripetibile: il caldo lasciava il posto ad una piacevole brezza, i profumi dei fiori si mescolavano a quelli dei cibi e, fitta al cuore, potevamo ancora riconoscere distintamente le costellazioni e la Via Lattea!

Quando ci spostavamo nel paese di mia madre, quasi attaccato a quello in cui abitavamo, la felicità prendeva la sua forma più perfetta. I luoghi di cui vi parlo esistono, ormai, solo nei miei ricordi: erano dei quartieri provvisori (ma sono rimasti in piedi per 20 anni!) dove avevano sistemato i terremotati; adesso al loro posto è uno spazio anonimo, illuminato da un po' di vegetazione. 
Ho vissuto in città oggettivamente meravigliose, ma nessuna di loro possiede, ai miei occhi, quel fascino lontano.

Mia nonna abitava in uno di questi quartieri, costruiti su terrazzamenti che assecondavano la leggera pendenza del terreno. Lì la gente viveva in larghe strade in ognuna delle quali i prefabbricati si disponevano specularmente su due lunghe file parallele; ogni casetta era attaccata all'altra e variopinte aiuole incorniciavano gli ingressi, sul retro ognuno curava un proprio giardino che si univa a quello del vicino in una lunga striscia sorridente.
Le sere d'estate tutti sedevano davanti la propria soglia a chiacchierare amichevolmente con i vicini e noi bambini potevamo giocare insieme su quella lunga strada, sotto l'occhio vigile ma non oppressivo degli adulti.

Ricordo le facce sorridenti dei miei amici e il sottofondo di grilli e cicale, il profumo di gelsomino e biscotti e poi le mamme e le nonne che diventavano le mamme e nonne di tutti noi. Ricordo le partite a calcio, le corse in bici, le discese (ardite) con dei rudimentali trabiccoli a quattro ruote (u carruzzuni) al cui assemblaggio partecipavamo tutti. 
Ricordo l'illuminazione, debole, che diventava assolutamente superflua quando la luna rischiarava la notte e sento ancora in lontananza le canzoni che nascevano spontanee qua e là accompagnate, talvolta, dal suono allegro di fisarmoniche e chitarre.

Un tempo amavo l'estate...

martedì 5 luglio 2011

conversazione al buio

La conversazione è una cosa tanto superflua eppure tanto necessaria, in cui gli uni non dicono sempre ciò che sanno, e gli altri non sanno sempre ciò che dicono. 
Stanislas de BoufflersPensées, saillies et bons mots, 1816 (postumo)

Godo di una discreta fama come collezionista di figuracce.
Le mie gaffe, ve l'assicuro, spiccano per originalità e intensità. 
Una fra tutte la conversazione tra me e una lontana parente che vive all'estero da sempre e ogni tanto chiama a casa dei miei per sapere come stiamo.

Com'è noto a chi mi conosce, provo sempre un certo disagio nel conversare al telefono, sensazione che si accentua quando non ho grandi argomenti da condividere con l'interlocutore. 
Così, un pomeriggio in cui, casualmente, mi trovavo in visita a casa dei miei (abitiamo in città diverse), squilla il telefono. Nella stanza accanto sento mia madre che si impegna a conversare in un italiano essenziale in modo da non mettere in difficoltà la parente che ormai parla quasi esclusivamente inglese.

Improvvisamente, con una certa ansia seguita da attacco di panico, sento che mia madre ha appena pronunciato il mio nome e, nell'affidarmi la cornetta, mi lancia un'eloquente occhiata: cerca di prolungare la conversazione oltre i tuoi soliti scortesi 60 secondi...poi esce dalla stanza abbandonandomi al mio destino.
E' fatta.
Mi tocca parlare a telefono con questa "zia" sulle cui vicende nessuno mi ha aggiornata.

Così io e la parente faticosamente ci alterniamo in errori grammaticali/fonetici in inglese e italiano, quando finalmente mi illumino e capisco che le è arrivato l'ennesimo nipotino, questa volta in casa della seconda delle sue tre figlie. 
Mi complimento per l'evento e mi rilasso: conosco le formule da mettere in campo per l'occasione specifica.
La semplicità con cui mi si stava prospettando la temibile impresa mi rende baldanzosa e, ormai in preda all'euforia, mi spingo a chiederle perfino a chi somigli il nipotino. 
Lei improvvisamente tace, io riformulo la domanda in inglese adducendo il disorientamento al suo italiano ormai sbiadito. Emerge dal silenzio, timida, la risposta non lo sappiamo e io incalzo dicendo che i bambini cambiano continuamente fisionomia: un po' sembrano somigliare al padre e dopo qualche mese sono uguali alla madre e bla, bla, bla.

Finalmente la mia lontana parente, un po' mortificata per me, approfittando di una pausa della logorrea che ormai mi possedeva e, cercando di attutire il colpo, mi spiega che difficilmente potranno stabilire a chi somigli il bambino poiché il nipotino è stato adottato!