martedì 5 aprile 2011

Homo faber fortunae suae.


Quello che chiamiamo il nostro destino è in realtà il nostro carattere, e il carattere si può cambiare.
Anaïs Nin, Il diario, 1966
  Rossana Taormina "Autoritratto (tre mesi nel '72)" 2007 


Oggi, nel tentativo di consolarmi per un torto subito, una persona a me cara mi ha detto "dai, sono cose che capitano, anche se capitano sempre a te".

Ho riso molto e mi sono chiesta: destino o carattere (il mio)? Esiste il "destino" o è un efficace alibi per abbandonarci al fluire delle nostre vite? 
La rassegnazione agli eventi in cui ci imbattiamo nasconde una profonda saggezza oppure una subdola pigrizia?

Quando veniamo al mondo il destino del nostro corpo, forse e in parte, è custodito nei geni ma la mente possiede la facoltà di scrivere la trama che più la rappresenta e nel correggere le bozze della nostra esistenza siamo sempre in tempo a cambiare il finale, ad aggiungere o togliere capitoli, a mitigare i danni di un "destino" crudele.

A conti fatti preferisco pensare che capitino tutte a me a causa o per merito del mio carattere piuttosto che incolpare il destino!

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