mercoledì 12 giugno 2013

mettiamoci una buona parola


Erica Baum, 2010

Le parole dicono di noi più di quanto noi possiamo dire attraverso esse.

Le combinazioni di sostantivi, aggettivi e verbi cui ricorriamo per comunicare con gli altri rivelano, nostro malgrado, la natura più intima di pensieri e intenzioni.

Se qualcuno, parlandomi di un comune amico, mi riferisce che lo "usa" per riparare i piccoli guasti idraulici di casa, non mi sfugge certo che ho a che fare con un opportunista.
Se mi si dice che sono "giovanile" non mi illudo di apparire fresca come una rosa agli occhi di chi mi ha rivolto il complimento ...

Se cominciassimo a scegliere con più cura le parole riusciremmo a modificarne positivamente il contenuto che veicolano?

Mi piace pensare che ciò sia possibile.

La parola "tolleranza", ad esempio, sarebbe bello sostituirla con "rispetto".
Che parola spigolosa e vagamente irritante "tolleranza": la magnanima indulgenza di chi "sopporta", la sottintesa inadeguatezza del "sopportato" !

Quando tutti saremo capaci di rispettarci l'un l'altro sono sicura che al mondo le uniche intolleranze a resistere saranno quelle alimentari ... 

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