mercoledì 7 settembre 2011

non amo particolarmente il rosa

Quanto tempo risparmia chi non sta a guardare ciò che il suo vicino dice o fa o pensa.
Marco Aurelio, Pensieri, 166/79
Paul Klee, Cat and bird, 1928


Giorni addietro ho assistito ad una scena incredibile a raccontarsi. Il gatto dei miei dirimpettai ha tentato la fuga un'ennesima volta.

Ecco come è andata.
Pomeriggio inoltrato, stendo i panni distratta dai miei pensieri sempre in ebollizione quando la mia attenzione è richiamata da una macchia che scala in verticale la possente facciata del palazzo di fronte. 
Il gatto in questione, fiero e intraprendente nel suo morbido mantello bianco, tenta instancabilmente la fuga, gettando sistematicamente nella disperazione la proprietaria. 
Anche questa volta il gatto si arrampica fino al piano superiore, come un funambolo approfitta di fili elettrici, fili per i panni, raggiunge un lampione e si proietta dentro l'appartamento di sopra. 
Evidentemente l'interno non lo convince abbastanza e, altezzoso, ne viene fuori per appollaiarsi sul lampione che sporge dal muro.  

Lo spirito libero del Gatto Bianco è noto a tutto il vicinato, i primi tempi stavo dalla sua parte, la tensione alla libertà gode di tutta la mia considerazione. Poi ho notato che il copione si ripete sempre uguale a se stesso: il Nostro torna a casa dove trova cibo e attenzioni in abbondanza e senza fatica. 
Così il quadrupede decadente si rassegna alle sue mollezze rinunciando alla faticosa, seppur affascinante, avventura della libertà. 

Mi stupisco, sono stizzita con me stessa: è possibile che una scena alla quale sono assuefatta abbia avuto il potere di strapparmi alle mie elucubrazioni? Improvvisamente, sollecitata dalla confusione della folla di passanti che incita il gatto a lanciarsi tra le braccia della padrona in lacrime, presto maggiore attenzione al fuggiasco.
L'animale si lancia finalmente nel vuoto, sicuro ed elegante, e cade nell'abbraccio della mia vicina tra gli applausi della gente e così capisco cosa aveva di diverso la solita scena: il mantello del gatto è vistosamente chiazzato di FUCSIA! 

Non so come ci sia riuscito e la curiosità mia è anche quella degli altri spettatori: forse si è versato uno smalto da unghie addosso? Forse è saltato sulla testa della vicina mentre questa si faceva il colore ai capelli oppure ha curiosato dentro il barattolo della marmellata?

Non è stato svelato l'inquietante mistero, ma l'animale guardava e annusava disperato il suo pelo, disorientato dalla mutazione subita così come io rimuginavo sulla considerazione che le variazioni del rosa hanno su di me l'effetto della criptonite su Superman.
  
  

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