sabato 21 gennaio 2012

la ragazza con la valigia

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
Marcel ProustAlla ricerca del tempo perduto, 1913/27 


Rossana Taormina - dettaglio illustrazione dal libro "Giocare a Palazzo Mirto", 2009 
Da giorni ormai parto, arrivo, vado, torno.
Il bagaglio è sempre uguale con poche integrazioni, ho dimenticato qualcosa in giro, nelle stanze che mi hanno ospitato in questi strani giorni.

Oggetti persi, zavorre di pensieri superflui.

Ieri notte, immersa nella luce lattiginosa e anonima di un vagone di un treno deserto, guardando il finestrino ho visto solo il riflesso del mio viso che scorreva nel buio, in corsa verso il nulla.
Quel viso, il mio, mi è apparso estraneo, stanco: una cartina geografica sulla quale erano stati diligentemente segnati tutti i miei recenti spostamenti.

Poi, tentando di guardare oltre quel nero assoluto e indecifrabile, ho incontrato lo sguardo della mia immagine riflessa e ho riconosciuto i miei occhi, loro sono sempre uguali, quella sono io.
Rassicurata, mi sono abbandonata ad un sorriso e il mio riflesso me lo ha restituito, il paesaggio non si vede ma so che è sempre lì, avvolto dalla notte, e so che io sono qui, presente a me stessa, anche se adesso rimango nascosta tra le mie preoccupazioni.

Poi il treno, alla fine di un tragitto interminabile che non ha risparmiato nessuna fermata intermedia, ha portato me e la mia valigia al punto di partenza e mi sono incamminata nella notte a me familiare, ho percorso la strada illuminata dalla luce artificiale, seguita dalla nuvola nera dei miei pensieri ma preceduta dalle immagini dei miei futuri progetti e se avessi potuto specchiarmi, ne sono certa, avrei visto i miei occhi brillare nel buio.   

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